Ambiente, Cultura

“Qui si coltivano persone”. Roma capitale mondiale degli orti urbani

La bottiglia di Chardonnay appoggiata sul tavolone di legno ha il colore delle piantine di cicoria. Luca sorseggia il vino in silenzio. Non si scompone quando il frutteto si riempie di telecamere.

Il gruppo di stranieri si aggira curioso tra il giardino zen, le casette delle api e la vigna. Katia e altri sette colleghi rappresentano il  comune di Barranquilla, la quarta città della Colombia.  Sono ‘atterrati’ nella borgata romana grazie a un progetto cofinanziato dall’Unione europea chiamato GenerActor.

ortigarbatelStudiano il ‘modello’ degli orti urbani della Garbatella nati, 13 anni fa, dalla rivolta degli abitanti del quartiere per sottrarre un’area pubblica alla speculazione edilizia. Un’occupazione (illegale) ma comunitaria contro il degrado. Così il cimitero di ghiaia e calcestruzzo ai piedi della sede della Regione Lazio è diventato una lingua verde  – 25 orti di 30 metri quadrati ciascuno –  dove crescono carciofi e si raccolgono olive.

Luogo (sempre aperto) di feste e aperitivi. Nonni e nipoti con le mani nella terra. Bimbi che scoprono le arnie o pigiano l’uva con i piedi. Profumo di salvia e rosmarino. Carte da briscola sui tavolini, vanghe e picconi nel piccolo ripostiglio.

Qui non coltiviamo solo ortaggi ma anche persone” – spiega – Andrea Messori portavoce del Forum orti nella città.

Condividi