Cultura

Articolo 13: “Le persone decidono da sole dove vogliono vivere”

Un ragazzo e una ragazza sono sdraiati su un prato, lei guarda davanti a sé, lui dorme, con un ghigno felice.
Una donna, capelli biondi raccolti in una cipolla, scappa mentre in lontananza si intravede del fumo nero provenire da un palazzo che sta per crollare. Una bimba sorride, mentre le sue mani e metà della sua piccola faccia sono sporche di cioccolato.
Alcune persone, sembrano una famiglia, fissano sognanti una cartina geografica.
Queste sono solo alcune delle immagini che si possono trovare in un audiolibro prezioso, edito da Emons Libri & Audiolibri, in collaborazione con Amnesty International – Italia, che uscirà il 17 febbraio prossimo, “La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, per le ragazze e i ragazzi”. L’audiolibro è letto da Pierpaolo spollon, è scritto da Cai Schmitz-Weicht e le illustrazioni di Ka Schmitz.
I diversi articoli della Dichiarazione sono tradotti in un italiano chiaro, mai puerile, piuttosto in grado di fornire a ragazze e ragazzi un primo manuale di cosa significhi essere titolari di diritti inalienabili, che valgono a prescindere dalle condizioni di partenza. Tra tutti, c’è un articolo, il 13, che viene tradotto con una disarmante semplicità: “Le persone decidono da sole dove vogliono vivere”.
Per me, che da molto tempo non sono più un ragazzo, questa traduzione quasi intenerisce e al contempo inquieta, consapevole di quanta strada ci sia ancora da percorrere. L’articolo continua dicendo che all’interno di un Paese tutti possono viaggiare e trasferirsi. Chiunque può lasciare qualsiasi Paese. E, infine, ognuno può sempre tornare da dove è venuto, se lo desidera.
Ad ascoltarlo o a sfogliarlo, viene in mente un passaggio letterario scritto nel 1869:
“A un ragazzo si può dire tutto, assolutamente tutto, e spesso mi veniva da pensare quanto poco i grandi, perfino gli stessi genitori, conoscano i bambini. Non bisogna mai nascondere nulla ai bambini con il pretesto che sono piccoli e che è ancora presto perché sappiano certe cose.
Che idea triste e infausta! Gli stessi bambini si rendono benissimo conto del fatto che i loro genitori li considerano ancora troppo piccoli per capire qualcosa, mentre loro capiscono tutto. I grandi non sanno che, perfino sulle questioni più difficili, un bambino è in grado di dare un consiglio assolutamente serio. Dio mio, ma quando uno di quegli uccellini vi fissa con uno sguardo così felice e fiducioso, come non provare vergogna a ingannarlo?”(Fëdor Dostoevskij, L’Idiota).

Luigi Manconi

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