Alimentazione

Micologia, termiti in cattedra

Coltivare dei super funghi ricchi di proteine in modo che possano rappresentare una fonte di alimentazione sostenibile e sicura. Questo l’obiettivo a cui è stato orientato uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Copenaghen, che si sono lasciati ispirare dal lavoro delle termiti per realizzare coltivazioni migliorate di funghi Termitomyces.

Il team, guidato da Michael Poulsen, ha valutato la possibilità di utilizzare questa specie come fonte proteica alternativa alla carne. Considerate molto più che semplici parassiti, le termiti coltivano e si nutrono di questi funghi, più proteici del pollo, della soia e del mais, da oltre 30 milioni di anni. I Termitomyces, però, non sono ancora adatti al consumo umano.

“In generale – afferma Poulsen – i funghi rappresentano una buona fonte di proteine, e abbiamo urgentemente bisogno di alternative alla carne proteiche e sostenibili. Questa specie ha sviluppato una relazione simbiotica con le termiti, che raccolgono e ingeriscono materiali vegetali morti come foglie, legno ed erba, che passano attraverso il loro intestino in uno stato semi-digerito prima di essere espulsi nel termitaio”.

Attraverso le feci dei parassiti, quindi, il materiale vegetale viene scomposto e permette ai funghi di crescere e prosperare. “In alcuni mercati cinesi – continua l’autore – questi funghi vengono venduti a caro prezzo, perché sono ricchi di proteine e contengono anche un’ampia gamma di vitamine benefiche”. Il progetto di ricerca si svilupperà in due percorsi.

“Attualmente siamo in grado di coltivare il micelio fungino su piccola scala – spiegano gli scienziati – ma senza i funghi. Da un lato cercheremo di aumentare la produzione fino a renderla redditizia. L’obiettivo finale è quello di riuscire a coltivare i funghi sui substrati vegetali rimanenti”. L’altra via delineata prevede l’analisi dei processi naturali coinvolti nello sviluppo dei funghi.

“Cercheremo di ricreare le stesse condizioni presenti in una colonia di termiti – conclude Poulsen – in termini di riguarda temperatura, umidità, anidride carbonica e composizione della biomassa vegetale. La produzione di funghi Termitomyces avrebbe innanzitutto un alto valore di mercato come fonte proteica alternativa e allo stesso tempo potrebbe avere un impatto positivo sulle economie locali nelle zone in cui i funghi crescono già naturalmente”.

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