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Festa dell’Italia che ripudia la guerra

Torna il 2 giugno, dopo l’interruzione di due anni a causa della pandemia, la tradizionale sfilata lungo i Fori Imperiali per la Festa della Repubblica, che vedrà quest’anno coinvolte oltre 5 mila persone, provenienti in gran parte dai reparti militari dello Stato, con una presenza minore di rappresentanza non armata e civile.

Anche per questo per Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento, la Festa della Repubblica dovrebbe tornare ad essere considerata “una festa principalmente civile, con una presenza alla sfilata – come chiediamo da tempo –  dei rappresentanti delle Istituzioni pubbliche e delle forze sociali del Paese. Ci può stare anche una presenza militare, ma non certo maggioritaria come accade ora. Tanto più con una guerra in corso in Ucraina pensiamo sia un errore tornare ad una sfilata di questo tipo e anche per questo proporremo il 2 giugno una iniziativa alternativa a Roma presso il cippo dedicato a Giacomo Matteotti, antimilitarista e obiettore di coscienza, vittima della violenza fascista, simbolo di tutti coloro che persero la vita lottando per la libertà, per la democrazia, per la pace”.

Movimento Nonviolento, Pax Christi e le altre organizzazioni promotrici dell’evento (Federazione Italiana Cemea, Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere –OPAL, Centro Studi Difesa Civile, Associazione per la Pace, Arci Servizio Civile Aps, Movimento Internazionale Riconciliazione, Centro Studi Sereno Regis, Emmaus Italia e Un Ponte per) con questo appunamento chiedono “alle istituzioni e alla politica di finanziare la Difesa civile non armata e nonviolenta e diminuire le spese belliche: è l’unico modo per essere coerenti con i principi, i diritti, i doveri e l’ordinamento della Repubblica italiana, democratica e antifascista. Offrire al mondo lo spettacolo di una parata militare ai Fori imperiali per celebrare la ricorrenza civile della nascita della democrazia rappresentativa repubblicana del popolo italiano è una scelta sbagliata, perfino offensiva, nella quale non possiamo riconoscerci”.

Al Presidente Mattarella – prosegue la nota – diciamo il nostro NO a questa modalità di celebrare la Repubblica che invece noi festeggeremo con lo spirito civile di una festa di tutto il popoloche vuole vivere in pace con gli altri popoli. In questa giornata invitiamo tutti ad esporre insieme la bandiera tricolore e la bandiera arcobaleno della pace e della nonviolenza. A sfilare per le strade d’Italia siano i cittadini, le associazioni della società civile, i giovani del servizio civile che difendono la Repubblica con il loro impegno sociale. Oggi rivolgiamo il pensiero e la piena solidarietà ai giovani russi e ucraini che, rifiutano a rischio della propria vita, l’uso delle armi e offrono il loro personale contributo per ricercare vie di pace e fermare la guerra in atto”.

Si svolgerà invece oggi dalle 19 a Bologna la “Festa dell’Italia che ripudia la guerra”, inziativa cui aderiscono varie realtà del mondo pacifista e nonviolento italiano, tra cui la Cnesc (Conferenza nazionale enti di servizio civile). “Da tre mesi, a causa della criminale invasione russa dell’Ucraina, siamo di fronte ad una grave escalation militare con conseguenze imprevedibili. […] Dobbiamo imparare a pensare in modo nuovo” – si legge nel manifesto dell’iniziativa – . Dobbiamo essere consapevoli che, di fronte ad un mondo a rischio di guerra nucleare, attraversato da centinaia di guerre diffuse ovunque sul pianeta alimentate dalla folle corsa al riarmo globale, la via della costruzione della pace con mezzi pacifici non rientra più solo tra le opzioni etiche, bensì rappresenta l’unica opzione realistica contro l’autodistruzione“. Durante la serata si potranno ascoltare  gli interventi – tra gli altri – di Alessandro Bergonzoni, Marco Tarquinio, Lisa Clark, Laura Milani, Martina Pignatti Morano, Pasquale Pugliese, Laila Simoncelli, Mao Valpiana, del gruppo #StopTheWarNow e Operazione Colomba.

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