Attualità

Guerra ai consumi

L’ondata di incertezza e le immediate ricadute economiche della guerra in Ucraina, nel giro di poche settimane ha aggravatole diseguaglianze tra le famiglie italiane allargando la quota di quanti fanno fatica a far quadrare i propri bilanci e devono porre estrema attenzione nel fare la spesa. Se a febbraio del 2022 le famiglie in grave difficoltà erano il 10 per cento, e quelle che erano appena uscite da un quadro di crisi, ma stabilizzate, erano il 14 per cento, ad oggi sono cresciute fino al 17 per cento le famiglie in grave difficoltà e sono diminuite fino al 9 per cento quelle che devono razionalizzare con attenzione per non tornare in sofferenza. E’ quanto emerge dalla lettura dei dati NielsenIQ sui consumi delle famiglie italiane presentate a Linkontro, appuntamento della comunità del largo consumo che ha visto la partecipazione di circa 600 top manager in rappresentanza di oltre 200 aziende dell’intero sistema.

I dati presentati dal team NielsenIQ evidenziano inoltre l’allargamento della quota di famiglie uscite indenni dalle crisi degli ultimi anni, ma che si pongono con un atteggiamento di estrema prudenza e attenzione nei confronti dei propri consumi, passata dal 52% di febbraio al 54% dei giorni nostri. Si riduce per contro la quota di famiglie che non segnalano variazione nelle proprie possibilità economiche, passate dal 18 al 16 per cento, e di quelle che per i redditi elevati sono indifferenti agli andamenti della crisi, scesi dal 7 per cento al 4 per cento delle famiglie.

Anche i comportamenti che le famiglie mettono in atto per reagire alla crisi fanno emergere un ampliamento della forbice delle diseguaglianze. Se il 4% della popolazione non adotterà alcuna strategia di risparmio, il 27% sceglieranno i prodotti meno cari tra quelli che solitamente comprano, il 41 per cento ridurranno gli acquisti di categorie troppo costose, mentre il 28 farà la spesa in negozi diversi seguendo le promozioni o dove i prezzi sono generalmente più bassi.

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