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Vitamina D? Uno spreco inutile per il Servizio sanitario nazionale

Una prescrizione che contenga anche una delle tante preparazioni di vitamina D presenti nel Prontuario terapeutico del Servizio sanitario nazionale non si nega a nessuno, soprattutto alle donne in menopausa e a soggetti anziani.

La ragione è molto semplice: tutti sanno, anche nella cultura popolare, che la vitamina D è necessaria per mantenere una buona funzionalità delle ossa. Questa convinzione si basa sul fatto che la carenza di vitamina D determina osteoporosi e aumenta la probabilità di fratture ossee. Da questa osservazione è facile pensare che, se assumo vitamina D, le mie ossa staranno meglio.

È in realtà dimostrato in generale per tutte le vitamine che la loro carenza è dannosa, ma un livello elevato di vitamine non è detto che sia vantaggioso, anzi può essere pure dannoso.

Per esempio:

  • un eccesso di vitamina A può essere cancerogeno
  • un eccesso di vitamina C viene rapidamente eliminato, impegnando inutilmente la funzione renale.
  • Per la vitamina D l’assunzione non sarebbe per nulla necessaria, salvo in casi eccezionali, perché basta un po’ di esposizione al sole per sintetizzarla nella quantità che serve.

In generale, per la vitamina D come per tutte le altre vitamine il rischio fratture non si riduce, basta una dieta varia ed equilibrata per mettere a disposizione tutto ciò di cui il nostro organismo ha bisogno.

Vitamina D: cosa dicono gli studi scientifici?

Molti studi sono stati condotti soprattutto negli anziani. La più importantere visione è stata portata a termine considerando 81 studi clinici randomizzati riguardanti ben 51mila pazienti. Lo studio ha permesso dì stabilire l’eventuale efficacia della vitamina D in rapporto con la dose e la concentrazione nel sangue. Non si è osservata alcuna differenza nel numero di cadute e nel numero di fratture vertebrali e non vertebrali.

Anche l’associazione con dosi di calcio (almeno un grammo al giorno) non migliora la densità minerale delle ossa e non ne previene le fratture. La combinazione di vitamina D e calcio può aumentare la deposizione del calcio sulle arterie e il rischio di calcoli renali. Se non si hanno benefici, perché si prescrive la vitamina D? Certamente per la mancanza di adeguate informazioni. Il medico è bombardato dalla pubblicità, ma non riceve informazioni indipendenti, risultato? Il Servizio sanitario nazionale ha speso, nel 2017 280milioni di euro, una cifra enorme con cui avremmo potuto costruire, solo con i risparmi di un anno e per un solo farmaco, un grande ospedale moderno.

Silvio Garattini

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