Cucina Pensante

Covid, se spremi arance lo eviti

La leggenda narra che le Esperidi erano ninfe guardiane di un giardino regalato da Gea a Zeus che a sua volta ne fece un dono di nozze ad Era, qui crescevano magici alberi dai frutti d’oro. Con ogni probabilità quei frutti erano agrumi dal colore d’oro come i cedri, “esperidio” infatti è il termine botanico con cui si descrivono tali agrumi.

Una grande opera tassonomica del 1646 sugli agrumi, ad opera del gesuita G. B. Ferrari, ha come incipit del titolo: Hesperides […]nome che deriva dal greco hespérha, in latino vesper, in italiano vespero, che è il momento in cui il sole rosseggia e muore. Non a caso un flavonoide abbondante nel frutto e nella buccia degli agrumi è stato battezzato “esperidina”. Si è accertato che il succo d’arancia, proprio per la presenza di questa sostanza, sia in grado di svolgere un’azione protettiva contro il Covid. Ciò avviene grazie alla sua capacità di legarsi in modo selettivo ai tre recettori cellulari del virus SARS Cov-2, mostrandosi utile nella profilassi e nel trattamento del COVID-19. Si ritiene che negli estratti di arancia, così come nella stessa matrice di pectina, siano presenti altri flavonoidi, metossiflavonoidi e nelle bucce esperetina, tangeretina, naringina e nobiletina, elementi che mostrano un basso legame che consente a tali composti di interagire fortemente con le proteine del virus. Tutti insieme, con esperidina e oli essenziali, contribuiscono sia alle attività antivirali che al contrasto della colonizzazione batterica corresponsabile della gravità delle infezioni polmonari. Uno studio spagnolo ha approfondito i rapporti tra esperidina del succo d’arancia e i suoi effetti sui soggetti che soffrono di ipertensione arteriosa. I risultati sembrano mostrare come l’esperidina sappia proteggere dall’insulino-resistenza e possa avere anche effetti positivi in generale sull’infiammazione. In questo nuovo studio – mentre i ricercatori cercavano i meccanismi d’azione dell’esperidina nell’uomo, mirando a quelli con pressione alta, patologia molto diffusa – sono emersi risultati molto interessanti circa i geni proinfiammatori. Quindi, sfruttando questa sua capacità antinfiammatoria, si è ritenuta l’esperidina valida per la profilassi del Covid-19. L’esperimento è durato 12 settimane: i 37 soggetti con ipertensione sono stati divisi in tre gruppi, uno di controllo (assumendo placebo) mentre gli altri due hanno ricevuto dosi differenti di esperidina 345 mg uno e 600 l’altro. Questi ultimi hanno mostrato la riduzione di ben 6 geni proinfiammatori. Tale riduzione la si ottiene già dopo un trattamento di 12 settimane. Le arance rosse sono più ricche di esperidina e proprio in virtù del loro colore presentano caratteristiche più amplificate perché contengono anche un potente antiossidante, il C3G (cianidina-3-glucoside), che conferisce il rosso brillante e il sapore aspro degli agrumi. Quindi sì a succo d’arance (meglio rosse) più bucce candite, così ci si protegge dal Covid con naturalezza. E la magia rosseggiante delle Esperidi continua…

 Da LA STAMPA  Giorgio e Caterina Calabresi
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