Cultura

Lo scapigliato che portava le scuole ai poveri

Il 12 gennaio 1870 nasceva a Torino Giovanni Cena, scrittore, educatore e intelletuale. Noi del Parco lo ricordiamo soprattutto per l’impegno nell’aver aperto una rete di scuole per i contadini, molte delle quali nel nostro territorio.
A Torino si avvicina al mondo della scapigliatura dove matura un amore per le sue origini contadine che lo portano ad una coscienza laica e positivistica. Ma è a Roma che trova la sua dimensione e grazie alle sue esperienze pubbliciste, entra a far parte prima, e dirigere poi, la rivista “La Nuova Antologia”, punto di riferimento per tutto il mondo letterario ed intellettuale italiano.
In un ambiente nuovo ed in continuo fermento, lontano anni luce dalla sua Torino, è attratto e vuole conoscere in modo approfondito non solo la città ma anche l’Agro Romano.
Cena si spinge oltre la letteratura, vuole analizzare e studiare la piaga dell’Agro Romano e Pontino, l’analfabetismo imperante, la malaria che affligge la popolazione contadina e l’asservimento economico che la strangola. Si stringe con affetto alla scrittrice Sibilla Aleramo e con lei gira per le campagne, in particolar modo nell’area di Tor Marancia dove la situazione sanitaria è drammatica. Raccoglie fondi, crea momenti di salotto con la borghesia e nobiltà illuminata getta le prime basi per la rinascita dell’Agro Laziale.
Fonda la prima scuola per i contadini a Lunghezza, tre anni dopo le scuole saranno 8, nel 1910 arriveranno a 30. Per lui il riscatto dei contadini nasce dal loro innalzamento culturale e dalla capacità di linguaggio, punto di partenza per contrastare sensi di secolare subalternità. Durante l’esposizione universale di Roma del 1911, riesce a far allestire nel padiglione italiano La Capanna, scuola creata da Cambellotti e arredata con quadri di Giacomo Balla ed altri collaboratori dei due artisti. Stringe contatti con l’educatore abruzzese Umberto Postiglione e Fogazzaro con i quali cercherà di sviluppare una coscienza educativa innovativa non solo fra ma anche per le classi rurali. Forgerà per affetto, per i molti insegnati che a titolo semi gratuito si portano con mille difficoltà nell’Agro Romano, il termine “I garibaldini dell’alfabeto”.
Nell’area del parco dell’Appia Antica riesce a far aprire le scuole per i contadini alla Barbuta, Capannelle, Tor Marancia, Appia Antica, Arco di Travertino e in proprietà Boncompagni a Ciampino. Nella lotta alla malaria che ogni anno porta alla morte migliaia di persone, con i coniugi Celli, riuscirà ad aprire la stazione sanitaria antimalarica all’Appia Antica che fungerà in seguito anche come scuola elioterapica, ed il centro medico all’Appia Nuova in via Denina. Si unisce al coro di quanti chiedono interventi economici per il risanamento ambientale dell’intero Agro Laziale grazie ai quali viene recuperata l’area della Caffarella.
Sua ultima fatica fu la pubblicazione del giornalino “Il Piccolissimo” ancor oggi punto di riferimento grafico per le tavole illustrate di Duilio Cambellotti che raffigurano la vita quotidiana nella Campagna romana. Colpito da polmonite fulminante morirà a Roma il 7 dicembre del 1917.
A lui va il nostro ringraziamento per il grande lavoro svolto.

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Rubrica a cura di Pasquale Grella

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