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L’oro verde Made in container

Ancora una volta è l’oro verde ad essere oggetto di contraffazioni. Attraverso una tecnica innovativa del riconoscimento del Dna delle molecole dell’olio, il Corpo forestale dello Stato, su delega della Dda di Bari, ha scoperto tra Brindisi e Bari una maxifrode su 7.000 tonnellate di olio spacciato come “100% italiano”, ma in realtà ottenuto mediante la miscelazione di oli presumibilmente extravergini provenienti anche da Paesi extra Ue (Siria, Turchia, Marocco e Tunisia).

L’olio veniva venduto sul mercato italiano e internazionale (statunitense e giapponese) con la dicitura 100% italiano, configurando così una frode in danno al Made in Italy. Sei le persone indagate per frode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. I controlli hanno interessato aziende di Fasano, Grumo Appula e Monopoli e un laboratorio di certificazione.

L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Nas di Bari, coordinati dal Tribunale di Foggia. L’inchiesta della Procura di Foggia, che ha consentito di sgominare una presunta organizzazione dedita alla sofisticazione di olio, riunisce 52 fascicoli giudiziari provenienti da varie procure d’Italia e riguarda quattro sodalizi criminosi. Lo ha riferito il procuratore della Repubblica di Foggia, Vincenzo Russo, illustrando in una conferenza stampa i risultati dell’operazione dei carabinieri del Nas.

“Le indagini – ha detto tra l’altro Russo – sono partite grazie alle segnalazioni di alcune ditte che autonomamente hanno fatto controllare partite di olio, constatando che era olio di semi trattato con clorofilla e betacarotene. Di per sè – ha aggiunto – il prodotto non era dannoso per la salute pubblica, ma per le modalità e i luoghi di confezionamento, che non erano controllati ed erano in condizioni igieniche scadenti, poteva diventare nocivo alla salute».
«Gli accertamenti dei carabinieri del Nas – ha dichiarato il comandante del Nas di Napoli, con delega per il Sud, ten. col. Ernesto Di Gregorio – hanno sicuramente avuto il merito di bloccare l’attività di esportazione di un prodotto contraffatto che avrebbe rappresentato un durissimo colpo per l’immagine e per l’economia del nostro Paese. Forse questo rappresenta il punto più importante dell’operazione”.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nelle province di Foggia (26), Milano (5), Napoli (2), Brindisi, Campobasso, Latina, Salerno, Bari e Varese.

Il giro d’affari illecito è stimato in decine di milioni di euro. L’inchiesta della Dda di Bari è nata a seguito della scarsa raccolta della campagna olivicola 2014-2015, definita ‘annus horribilis’ per il settore oleario. Secondo i dati Ismea, in quel periodo la produzione di olio da olive si è attestata intorno alle 235mila tonnellate. Gli investigatori del Nucleo Agroalimentare e Forestale (Naf) di Roma, specializzati nella lotta alle frodi agroalimentari, si sono rivolti all’Istituto di Bioscienze e Biorisorse (Cnr-Ibbr) di Perugia per stabilire l’origine geografica di molte partite di olio extra vergine di oliva etichettato come «100% italiano». Per l’occasione è stata utilizzata la tecnica innovativa del riconoscimento del Dna delle cultivar di olivo presenti nell’olio (analisi molecolare).

I risultati delle analisi, incrociati con quelli sulla tracciabilità ricavati dai registri informatici, hanno permesso di accertare che migliaia di tonnellate di olio ottenuto mediante la miscelazione di oli presumibilmente extravergini provenienti anche da Paesi extra Unione Europea come Siria, Turchia, Marocco e Tunisia venivano venduti sul mercato nazionale e internazionale (statunitense e giapponese) con la dicitura facoltativa 100% italiano, configurando così una frode in danno al Made in Italy. Le indagini della Forestale continuano e sono mirate anche ad accertare la effettiva natura dell’olio extracomunitario e la sua genuinità. I controlli sono stati compiuti dal Nucleo Agroalimentare e Forestale (Naf) di Roma, dal Comando Provinciale di Bari e dalla sezione di polizia giudiziaria del Corpo forestale dello Stato della Procura della Repubblica di Bari. Un centinaio i Forestali che sono stati impegnati in perquisizioni, ispezioni e sequestri di lotti di falso olio extravergine di oliva 100% italiano.

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