Dove mangerei

Il buon cibo fa scalo a Ciampino

 E’ bio ed e’ appassionata del bel canto la nuova realta’ culinaria che apre i battenti a due passi della capitale. In attesa del Giubileo e in forza delle ricadute turistiche dell’ Expo, le imprese di ristorazione azzardano nuove aperture all’insegna del cibo ‘buono, pulito e giusto’ e della sperimentazione di alto livello gourmet in luoghi inesplorati dalla movida.

A Ciampino, dove a farla da padroni sono gli aerei che atterrano in quello che e’ il secondo aeroporto di Roma, sbarca Biofficina, ristorante di pizza e pesce come ama definirlo Claudio Longo, titolare dell’impresa, appassionato cultore di cucina e modernariato come testimoniano oggetti e impostazione del locale di dimensioni lillipuziane. Ma non solo. La pizza e’ infatti un piatto risultato di una grande ricerca di farine e intingoli, condita con il pesce fresco e presentata dal suo autore, Sergio Petruzzella che intona per l’occasione l’aria di un’opera lirica.

Svelata la vera professione del pizzaiolo, tenore prestato alle cucine dotato di raffinata cultura gastronomica, si passa al menu’, con una carrelata di piatti che stupiscono e affascinano per la loro prelibatezza e ricercatezza. Lo chef Luca Magnisio da il benvenuto con una insalatina tropicale composta di mango, cocco e avocado, servita con una malvasia puntinata della zona che fara’ da leitmotiv nel calice.

Arrivano poi i germogli di aglio fresco con pesto di rucola, pinoli e semi di canapa ai quali fa da pendant un ramo di lavanda fresca. Il cannolo a seguire e’ vegano, come un po’ tanti piatti di questo chef di origini pugliesi ma vissuto in Veneto. Una cialda di pomodori avvolge un impasto di patate, porri e germogli di aglio, il tutto adagiato su di una vellutata di zucca. Il tortino che viene poi annnunciato nel menu’ di degustazione e di finocchi , topinambour, radice di loto e zafferano. Le papille gustative si scaldano con il tortino di zucca e nocciola, menta e germogli di borragine.

Ai crudi di pesce si degusta caviale, calamaro, ricciola, gambero rosso, tartare di tonno con tamarindo e fragole. Non mancano i paccheri con gamberone e lime, prima del risotto allo scorfano con vellutata di ceci, pomodorino confit e sale affumicato. La frittura abbaglia con i suoi gamberi rossi, calamari, pesce sciabola, noci vegane e mandorle, il tutto decorato da superbe verdure biologiche. Il dolce merita un’altra aria lirica concessa ai commensali accompagnando una mousse al pistacchio, un tortino di riso al cocco, una vellutata alla curcuma e mango, un dattero ripieno di mandorle. Passito di nero d’Avola per finire sulle note di “ridi pagliaccio”.

 

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