Attualità

Chef torni subito in cucina

“Carlo Petrini ha ragione, tutto è nato dal contadino e dal pescatore, noi siamo solo l’anello finale della catena”. Lo chef Filippo La Mantia plaude alle parole del fondatore di Slow Food che dal Festival di Dogliani ha chiesto più spazio in tv agli “autentici interpreti del pianeta cibo” che sono coloro che lo producono ogni giorno, criticando invece il “troppo spazio allo show” con “qualcuno che spadella qualcosa” a tutte le ore della giornata.

Anche secondo La Mantia per gli chef c’è una sovraesposizione. “Io vorrei che si tornasse al cuoco che cucina – dice all’Adnkronos l’oste palermitano, come ama definirsi – perché questa attenzione crea stress e io vivo in prima persona ogni giorno ciò che significa. Le aspettative sugli chef sono enormi e spropositate con gente che scrive cretinate sui blog”.

Nessuna criminalizzazione però per Mastechef & Co. da parte di La Mantia: “Gli chef che stanno lì ci sono arrivati dopo 30 anni di lavoro”. Ma il rischio è che “in cucina non ci sta più nessuno a lavorare. Oggi i cuochi giovani – afferma La Mantia – non vogliono più fare cucina perché si stressano. Non gestiscono più lo stress da lavoro. Vogliono riuscire subito, fare pochi coperti, guadagnare e andare in tv. Poi non ci stupiamo se abbiamo gli stranieri in cucina, gli stranieri fanno quello che gli italiani non vogliono più fare. Lo dico sul serio e lo potete scrivere: trovatemi due italiani che in cucina sono disposti a stare al lavaggio e io li pago 2.000 euro al mese. In cucina si deve fare tutto. Il cuoco lavora, cucina, si sporca le mani”.

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