Cucina Pensante

Il fagiolo di Atina? Un “focaleto”

Prodotto DOP dal 2010, viene ottenuto dalla coltivazione della pianta di Phaseulus vulgaris, ecotipo locale “Cannellino di Atina” e la sua zona di produzione comprende i comuni di Atina, Villa Latina, Picinisco, Casalvieri, Casalattico e Gallinaro in provincia di Frosinone.

La semina viene effettuata da fine giugno a metà luglio, subito dopo la mietitura del grano e necessita di una abbondante irrigazione.
La  raccolta è eseguita a mano nel periodo che va dalla fine di settembre all’inizio di ottobre, quando avviene il mutamento cromatico del baccello dal verde al giallo. I raccolti anticipati vengono effettuati per il prodotto destinato al consumo diretto, mentre i raccolti vicino alla maturazione vengono privilegiati per i prodotti secchi.
 
Le piante estirpate vengono aggregate in mazzetti, appesi sotto le tettoie aperte e ben ventilate fino al completamento della maturazione.  I fagioli, di un bianco opaco, vengono poi sgranati con il vecchio sistema della battitura manuale eseguita con due pertiche di legno snodate legate tra loro con stringhe di cuoio ed infine conservati in sacchi di juta. Le qualità organolettiche del “Fagiolo Cannellino di Atina” sono dovute alla specificità dell’ecotipo, ma soprattutto al terreno nel quale è coltivato.

Definito “focaleto” è localizzato lungo le sponde del fiume Melfa, del torrente Mollarino e dei loro affluenti ed è ricco di manganese. Tale composizione del terreno determina la principale caratteristica del prodotto ossia la presenza di un tegumento sottile, che rende il Fagiolo Cannellino di Atina più tenero rispetto a quello coltivato in altre condizioni podologiche ed è l’unico, infatti, che non necessita di essere messo a bagno prima della cottura.
 
Le origini del Fagiolo Cannellino di Atina DOP si perdono nella notte dei tempi, in quanto questo legume, che da secoli rappresenta la base proteica per le popolazioni rurali delle aree interne del Mezzogiorno d’Italia, è sempre esistito nel comprensorio di Atina.

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