Cucina Pensante

Abbatta quelle alici, comandante!

1A volte delle prelibatezze possono nascondere un’insidia. E la causa può essere anche del tutto naturale. Soprattutto il cibo che viene consumato crudo, anche se ben lavato e igienizzato, può ospitare dei “passeggeri” indesiderati, che lo utilizzano come mezzo per completare il loro ciclo vitale. Parliamo di parassiti.

Pochi e semplici accorgimenti possono farli fuori e farci godere le nostre leccornie in tutta tranquillità, vista la nostra abilità nel valorizzare i frutti del mare anche solo con poche gocce di limone. Ma attenzione alle ricette pubblicate su Internet. Anche dai siti più blasonati 

Sì, parliamo delle alici, ed affidiamo la loro cottura a limone ed aceto. Dal punto di vista organolettico, questa combo le rende fantastiche… ma un vermetto che utilizza questi pesci per raggiungere lo stomaco dei cetacei (balene e delfini) si trova del tutto a suo agio in questo bagnetto acidulo. Tanto che non è raro vederli nuotare nella marinatura. Anisakis, appunto, è un nematode, ed è causa della zoonosi conosciuta come anisakiasi, ben nota in Giappone, causa enorme consumo di pesce crudo (sushi), ma abbastanza diffusa anche in Italia.

Come sbarazzarsi di questo ospite indesiderato, pur volendo gustare il pesce crudo? La cottura lo uccide, e lo rende pertanto innoquo, ma lo stesso effetto può essere ottenuto congelandolo, procedimento noto come abbattitura.

I ristoratori devono abbattere il pesce da servire crudo come prassi igienico sanitaria (normativa Reg. CE 853/2004 LINK), e si avvalgono di abbattitori industriali, in grado di congelare il cuore dei prodotti i tempi brevissimi. Per un abbattimento domestico, utilizzando un comune freezer, le indicazioni ministeriali richiedono di tenere il pesce in congelatore (-20°) per almeno 24 ore.

Ok, i puristi potranno obiettare che in questo modo non stiano mangiando “pesce fresco”, ma al contempo potranno goderselo in tutta sicurezza.


Due note conclusive: questo parassita, per il quel l’uomo è un ospite accidentale, è del tutto naturale, e paradossalmente la sua presenza indica una buona stabilità delle reti trofiche marine.

Qualora, malauguratamente, venisse ingerito (vivo) non c’è da allarmarsi troppo: la diagnostica a riguardo sta facendo passi da gigante, se si intuiscono i sintomi in fretta (dolori di stomaco, vomito, diarrea) e ci si rivolge speditamente presso un servizio sanitario, il vermetto può essere rapidamente rimosso con una gastroscopia.

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