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Quando Dop significa “coltivato in discarica”

Trenta fusti contenenti materiale bituminoso ed idrocarburi sono stati rinvenuti in un’area di cava dismessa alla periferia di Ercolano, in provincia di Napoli all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio. In particolare, il terreno nel quale sono stati rinvenuti i fusti, era adibito a coltivazione del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, denominazione di origine protetta (DOP).

Le piantine e i relativi frutti sono stati campionati per essere immediatamente analizzati in laboratorio a cura dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Campania (ARPAC) al fine di escludere ogni pericolo per la salute. In via precauzionale, tutta l’area è stata sequestrata e la coltivazione è stata interdetta alla commercializzazione. L’intervento ha consentito di evitare che tali prodotti potessero finire sulle tavole dei cittadini.

Gli scavi sono stati eseguiti, su delega della Procura della Repubblica di Napoli, dal personale del Corpo forestale dello Stato e dai Carabinieri del Nucleo operativo ecologico.


I fusti di tipo industriale, della capacità di circa 200 litri cadauno, conterrebbero rifiuti speciali pericolosi di origine catramosa oltre a oli esausti soggetti attualmente a caratterizzazione fisico-chimica attraverso specifiche analisi condotte dall’ARPAC.

Oltre ai fusti, sono stati trovati materiali di risulta edile, parti di manto stradale e amianto frantumato, il tutto ad una profondità che varia dai 30 centimetri ad 1,5 metri. Gli scavi proseguono e non si esclude il ritrovamento di altri fusti e materiali.

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