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Solo tre spaghetti su dieci sono italiani

”Nel mondo sta crescendo la domanda di pasta, ma se venti anni fa il 50% dei consumi planetari era italiana, ora la fetta di mercato globale delle produzioni made in Italy è del 30%” Quindi solo 3 spaghetti su 10 sono italiani. Lo ha detto, a Roma in occasione del concerto di beneficienza di Noa per la Fondazione Insé, Furio Bragagnolo, presidente di pastaZara, gruppo con tre stabilimenti in Italia – a Riese Pio (Treviso), Muggia (Trieste) e Rovato (Brescia) con una produzione di 1500 tonnellate di pasta al giorno – e un mulino proprio nelle Marche. 

”Negli ultimi 20 anni l’Italia ha perso la leadership di mercato – ha detto l’imprenditore – anche se in tutto il mondo ci è riconosciuta la leadership qualitativa e di sicurezza alimentare. E questi primati, legati alla nostra tradizione, hanno alta valenza commerciale. Ma al Sial di Parigi gli stand dei pastifici turchi hanno la parte del leone, e nuovi competitors del Nord Africa, oltre che di Grecia e Spagna, fanno politiche aggressive sui prezzi”.

E’ però ”ottimista sul futuro di questa punta di diamante dell’agroalimentare italiano” Massimo D’Aiuto, ad della Simest Spa, finanziaria con 76% del capitale sociale Della Cassa Depositi e prestiti e il restante 24% delle principali banche italiane, che negli ultimi tre anni ha investito 11 milioni di euro entrando, come fece la finanziaria del Fvg Friulia, nella compagine di pastaZara.

”Dobbiamo essere noi – ha detto D’Aiuto – ad essere più bravi e soddisfare la domanda crescente di pasta nel mondo”.

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