Diritti

Diritti civili, l’Italia ha una brutta figura

Mentre Gianluca Buonanno, il sindaco di Borgosesia, in provincia di Vercelli, da prova di inciviltà tricolore (sua la dichiarazione “Schediamo i gay e diamogli una banana”) in Belgio anche gli immigrati non in regola possono svolgere volontariato. E in Inghilterra le future matricole possono sapere in anticipo se l’università nella quale si iscriveranno rispetta e sostiene gli studenti LGBT.

Stendiamo un velo pietoso sul cosiddetto “primo cittadino” di Borgosesia e torniamo nell’unico Paese europeo dove una nuova legge dello scorso giugno ha consentito di superare le rigidità imposte da quella precedente del 2007, che limitava le opere pie ai soli cittadini UE e agli extracomunitari con regolare permesso di soggiorno. Novità che garantisce anche a particolari gruppi di immigrati sans-papier, ma non clandestini, il diritto a svolgere attività socialmente utili nonostante la loro delicata situazione giuridica. In particolare, i principali beneficiari sono i richiedenti asilo respinti dal Regno, ma ancora presenti sul territorio nazionale per precarie ragioni di salute, stato di maternità etc.

In Gran Bretagna, poi, l’organizzazione per i diritti omosessuali Stonewall, valuta come i 158 atenei di Sua Maestà siano aperti ai diversi orientamenti sessuali. In particolare si verifica se l’università sia dotata di una politica per combattere il bullismo omofobico, se ci sono circoli e eventi per gli studenti LGBT e quali misure si prendono per sostenere il personale lesbico, gay e bisessuale che vi lavora. Le sei università del Regno Unito che quest’anno segnano il massimo dei voti sono: Cardiff,  John Moores di Liverpool, Sheffield Hallam, Essex, Glasgow e St John di York.

 

Condividi