Diritti

Ebola, coordinatrice Msf: “Risposta inadatta”

La risposta internazionale all’epidemia di Ebola che colpisce l’Africa Occidentale “è pericolosamente inadatta”: a denunciarlo, l’infermiera coordinatrice delle emergenze di Medici senza frontiere (Msf) in Sierra Leone, Anja Wolz, secondo la quale l’epidemia “è diventata incontrollabile da diversi mesi”.

“La comunità sanitaria internazionale ha impiegato troppo tempo a reagire” ha scritto Wolz sul New England Journal of Medicine.

Dichiarata all’inizio dell’anno in Guinea, prima di allargarsi alla Sierra Leone e alla Nigeria, l’epidemia di Ebola ha provocato finora circa 1500 morti, secondo l’ultimo bilancio dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms/Who), di cui 329 in Sierra Leone.

La principale difficoltà – secondo Wolz – è l’impossibilità di recensire tutte le persone che potrebbero essersi trovate a contatto con pazienti infetti. Il sistema d’allerta che prevede l’invio di uno staff medico e un’ambulanza nei centri abitati dove si siano verificati casi o decessi sospetti “non funziona correttamente” sottolinea la coordinatrice di Msf. Il ministero della Sanità sierraleonese dispone appena di quattro ambulanze per un distretto di 470.000 abitanti.

“Ogni giorno si registrano morti certamente dovuti a Ebola ma questi non sono documentati dal ministero della Sanità perché la causa del decesso non è stata confermata da un test di laboratorio” ha evidenziato Wolf. Un’osservazione rilanciata dal direttore dei Centri federali statunitensi di controllo e prevenzione delle malattie (Cdc), Tom Frieden, in missione in Liberia: “Il mondo non ha mai visto un’epidemia di Ebola come questa. Di conseguenza, non solo i bilanci sono elevati ma sappiamo che esistono molti più casi di quelli diagnosticati o segnalati”.

FB

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