Sport

Gli amanti del calcio d’estate

E’ tempo di vacanze: l’estate è un’ottima occasione per fare movimento e interessanti incontri… in nome dello sport. In palestra prima di partire, poi sulle spiagge in riva al mare, nei villaggi organizzati, ovunque. Spesso in vacanza, si possono ammirare corpi abbronzati di qualunque taglia, che qua e là corrono alla ricerca di una palla. Che poi sia quella di calcio, pallavolo o la pallina dei racchettoni, poco importa: sono gli amatori.

Poi ci sono gli amanti: quelli che non muovono un dito, se non per sfogliare il giornale sportivo. Sanno tutto di calcio, anche se non ci hanno mai giocato. Preferiscono l’ombrellone al campo di sabbia: con la bibita in mano, osservano tutto, ma proprio tutto, delle ragazze che si muovono al mare. La sera poi, li ritrovi a passeggiare, mentre gli altri, i fissati del calcetto, ragazzini e vecchietti, sono sempre là, anche sotto la luce artificiale, a corriere dietro al pallone. Quelli però, almeno lo sanno toccare.

Invece i latin-lovers, i più galanti e fascinosi anche mentre giocano, sono come dei principianti, ma non hanno la loro fortuna. Anche se sono stanchi, quando al campo arriva una bella ragazza cominciano a correre, magari tirando indietro la pancia, pure se non viene per loro. Non lo sanno e si impegnano, ma fanno brutta figura lo stesso: lei arriva sempre per piacere ad un altro, quello diverso da loro, in genere il più bravo, non solo al pallone. E già, il sedere del principiante è molto importante nella vita: c’è chi gioca una volta e vince tanto, c’è chi gioca sempre ma non vince mai. Se poi è quello di una bella ragazza, meglio.

Terni, estate di qualche anno fa: siamo quasi alla fine della Valnerina. Prima dell’ingresso per la cascata (tra le più alte d’Europa), c’è un prato verde con delle porte di calcio, dove tutti possono giocare. Ci sono dei ragazzini, io divento come loro quando vedo un pallone, ma c’è lei e allora che fare? Rischio, fermo il gioco e la invito a provare. Prometto loro che è più brava di noi, inventandola attaccante geniale: ci stanno. Alla prima azione il più grande fa un cross e lei, senza sapere perché, colpisce a occhi chiusi: la palla va in porta, all’incrocio dei pali! Poi si ferma e non vuole più giocare, per loro entrando nella leggenda.

Quella stessa che narra che una ninfa di nome Nera, si innamorò del bel pastore Velino. Giunone gelosa, la trasformò in un fiume. Velino, per non perdere la sua amata, si gettò dalla rupe di Marmore. Il salto, destinato a ripetersi per l’eternità, si replica ora in quella cascata: il nome deriva dai sali di calcio presenti sulle rocce, simili a marmo bianco. Quando ci andai a giocare per la prima volta, proprio come oggi, era un caldo giorno di inizio agosto.

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