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Il Toro vince il “IV Memorial Roberto Ielasi”

Dopo l’Inter (vittoriosa nel 2011 e 2012) e la Roma (prima classificata nella passata edizione), il Torino di Alessandro Spugna si aggiudica il “IV Memorial Roberto Ielasi”, battendo in finale 2-1 (rete di Gonella al 20’, pareggio del giallorosso Del Signore al 39’ e gol-vittoria di Ekra al 64’) la Roma di Antonello Mattei, al quale non riesce l’impresa di bissare il successo ottenuto lo scorso anno da mister Roberto Muzzi. Il torneo è riservato alla categoria “Giovanissimi”: si giocano 2 tempi di 35 minuti e quest’anno è toccato ai ragazzini classe 2000 mostrare tutte le loro abilità calcistiche, peraltro ancora in formazione.

Il talento c’è e qualcuno arriverà a coronare il sogno di giocare presto tra i professionisti: a partire già dalla prossima stagione i più bravi si cimenteranno nel campionato “Giovanissimi Nazionali” e per alcuni di loro si sta profilando la prima chiamata con la Nazionale Under 15. Insomma, in questi giorni a Roma si è potuto osservare quanto di meglio offre attualmente il panorama calcistico italiano in riferimento a questa prima fascia dell’attività agonistica, oltre ad ammirare i movimenti e le giocate dei piccoli campioni del Barcellona, che non hanno vinto (anche l’anno scorso persero la finale ai rigori) ma hanno espresso come al solito il miglior calcio.

Hanno assistito alla finalissima di martedì mattina circa un migliaio di persone, nonostante il giorno feriale e l’ingresso a pagamento: il successo della manifestazione è stato così completo. Alla premiazione (in sottofondo le inconfondibili note della Champions) erano presenti i familiari di Roberto (insieme ad alcuni suoi compagni di squadra), che hanno consegnato la Coppa del vincitore nelle mani del F.C. Torino. Tra i riconoscimenti individuali, premiati nell’ordine Alessio Pagliarini (miglior portiere) e Davide Merola (capocannoniere del torneo), mentre Fabio Liverani ha consegnato a Vincenzo Millico il premio quale “Miglior calciatore” della manifestazione.

La finale non ha deluso le attese e il Toro nel complesso ha meritato la vittoria (il match si potrà vedere giovedì 9 gennaio alle ore 20.30 su ReteOroNews canale 210 del digitale terrestre), ma la partita più bella del torneo è stata senza dubbio quella disputata sabato 5 gennaio tra la Roma e il Barcellona, che ha fatto registrare il tutto esaurito al campo della Nuova Tor Tre Teste. A parte il risultato (2-1 per gli spagnoli) si è trattato dell’ennesimo confronto (perso) tra due differenti filosofie di gioco: da una parte il rigore tattico e la praticità della scuola italiana (che comunque porta risultati), dall’altra l’organizzazione collettiva e la purezza del gesto tecnico individuale per il dominio del gioco tanto caro ai catalani.

Ho potuto osservare e valutare da vicino comportamenti, gesti e movimenti dentro e fuori dal campo dei giovani talenti delle 12 squadre impegnate nella prestigiosa kermesse internazionale, che per cinque giorni ha monopolizzato l’attenzione dei numerosi addetti ai lavori: mi ha impressionato la competenza di mister Spugna, che ha saputo costruire con pazienza la squadra italiana più preparata del torneo; la velocità dell’interista Gnoukour, che non ha eguali alla sua età; la fisicità e la spinta sulle fasce di Bellanova (Milan) e Samaké (Torino); la tecnica sopraffina del torinista Gonella, dei romanisti De Angelis e Del Signore e dello spagnolo Gómez Martin; ma soprattutto la sapiente maestria nonostante la verdissima età del calciatore n. 6 del Barcellona.

Martínez Ros per quell’ora e poco più di calcio vissuto dal vivo, mi ha sollevato dal mio incarico di osservatore attento e scrupoloso, facendomi riassaporare d’incanto, nascosto insieme agli amici allenatori tra mille ombrelli aperti ad ogni scroscio di pioggia, tutta la bellezza e l’emozione del gioco del calcio: con Vincenzo che non vedevo da tempo e con Valerio che – giovanissimo anche lui – già si è guadagnato la Roma del 2001, eravamo contenti di stare lì. Poi, dopo qualche battuta di spirito con il guascone romanesco Attilio (osservatore d’altri tempi!) e una bevuta al bar (frequentato dai numerosi pargoli e famiglie) tutti insieme a vedere il riscaldamento del Milan di Costacurta, il fratello di Billy.

In contemporanea a Verona si giocava Chievo-Cagliari, primo match dell’anno in Serie A caratterizzato da un esasperato tatticismo assolutamente privo di fantasia e terminato con uno scialbo 0 a 0. La differenza è tutta lì.

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