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Quando i bambini fanno…

Nel comunicato ufficiale n. 82 del 3 dicembre 2013 della Lega Nazionale Professionisti Serie A, tra le decisioni del Giudice Sportivo dott. Gianpaolo Tosel spicca il seguente disposto: << ammenda di € 5.000,00 alla Soc. JUVENTUS per avere suoi (giovanissimi…) sostenitori rivolto ripetutamente ad un calciatore della squadra avversaria un coro ingiurioso >>.

A chiunque fosse andato anche soltanto una volta allo stadio in questi ultimi anni oppure avesse ascoltato alla televisione non un commento ma l’audio originale del tifo italiano da Nord a Sud, non può essere sfuggito quell’antipatico accompagnamento al rinvio dal fondo del portiere avversario di turno: da Buffon a Marchetti fino ad arrivare a Brkić, domenica sera.

Stavolta invece il commento è arrivato in diretta televisiva, agevolato dal fatto che la squadra più forte (la Juve) costruiva molto ma non riusciva ad inquadrare la porta, con il pallone che finiva ogni volta dietro le spalle del portiere serbo dell’Udinese Željco, gigante ventisettenne di Novi Sad. Dopo la squalifica delle due curve dello “Juventus Stadium”, erano presenti sugli spalti di Torino più di 12.000 bambini.

Non c’erano gli ultrà, puniti per i cori di discriminazione razziale ma mai sanzionati per questo uso ripetuto del sostantivo volgare “merda”, utilizzato a suo tempo pure da Dante Alighieri. Nessuno si permette neanche di scriverlo o pronunciarlo ora, questo termine che fa inorridire i puristi della lingua italiana e del colloquiare edotto. Figuriamoci a sentirlo pronunciare dai bambini!

E allora continuiamo così, noi grandi immersi in un mondo di falsità e ipocrisia, pronti sempre a puntare il dito contro qualcuno senza mai riflettere su pensieri e parole ben più pericolose, pronunciate ogni giorno da illustri politici e alti prelati: facciamo in modo che anche il più banale – seppur poco educato – e ingenuo tentativo di emulazione diventi il pretesto per nascondere con le parole dei piccoli tutto ciò che quotidianamente non facciamo per loro.

In fondo, fino a che a pronunciarle eravamo noi grandi, andava tutto bene.

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