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Lavoro: non c’è posto per i cronisti

Tra il 2009 e il 2013, il numero dei giornalisti fuoriuscito dal settore dell’editoria giornalistica è stato di 1.662 unità, di cui 887 nell’area dei quotidiani e 638 in quella dei periodici. È quanto emerge dal rapporto della Fieg “La Stampa in Italia 2011-2013” presentato a Roma. “I livelli occupazionali nelle imprese editrici – spiega la Federazione degli editori – non potevano non risentire di un clima congiunturale dalla forte intonazione recessiva i cui effetti si sono aggiunti alle difficoltà di tipo strutturale che attanagliano il settore. Nel 2013 il calo più pronunciato è stato sofferto dai giornalisti occupati nei periodici (-7,7%), seguiti da quelli occupati nei quotidiani (-5,6%) e nelle agenzie di stampa (-3,9%). In media, il ridimensionamento della forza lavoro giornalistica è stato del 6,1%, pari, in valori assoluti, a 602 unità lavorative in meno nei confronti del precedente anno”.

“Tra il 2009 e il 2013 – spiega il rapporto della Fieg -, il numero dei giornalisti fuoriuscito dal settore dell’editoria giornalistica è stato di 1.662 unità, di cui 887 nell’area dei quotidiani e 638 in quella dei periodici. L’aspetto preoccupante è che questo esodo ha colpito con particolare forza quanti dovrebbero garantire il ricambio generazionale all’interno delle imprese. Nei quotidiani, il numero dei praticanti che erano 173 nel 2009 si è più che dimezzato nel 2013, riducendosi a 75. Nei periodici, il fenomeno è stato più limitato: i praticanti sono diventati 113 dai 149 del 2009. Quanto alla popolazione poligrafica, nel 2013, si è verificata un’ulteriore riduzione degli addetti dell’8,3%. A farne maggiormente le spese sono stati gli impiegati (-265 addetti rispetto al 2012), ma anche gli operai (-155 addetti) non hanno potuto sottrarsi ad un processo di ridimensionamento che prosegue senza soste dal 2000”.

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