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Arrestato in Messico lo spaccio internazionale

Dopo una latitanza durata quasi 13 anni, è stato catturato Joaquín “El Chapo” Guzmán, capo del cartello di Sinaloa, il narcotrafficante più ricercato dagli Stati Uniti e ritenuto da ‘Forbes’ il criminale più potente del pianeta. Fuggito da una prigione messicana nel 2001,  l’uomo è stato arrestato a Mazatlan (nord-ovest), in un albergo della città balneare dello Stato di Sinaloa, durante un’operazione di sicurezza congiunta tra forze antidroga statunitensi e messicane.

La cattura eccellente è stata annunciata dal presidente Enrique Peña Nieto, che sul suo account Twitter si è complimentato con “le forze coinvolte nell’arresto” del narcotrafficante, subito trasferito in un carcere di Mexico City. Prima di essere imbarcato su un elicottero, circondato da truppe pesantemente armate, il 59 enne “El Chapo”, noto anche come “Shorty”, è stato esibito ai media.

Per il procuratore generale degli Stati Uniti Eric Holder, l’arresto di Guzmán rappresenta “una vittoria per i cittadini messicani e statunitensi” nonché un “notevole risultato” per il Messico. Sulla testa di “Shorty” c’era una taglia di 5 milioni di dollari offerta dal dipartimento di Stato Usa in cambio di informazioni in grado di portare alla cattura del narcotrafficante, già arrestato una prima volta nel 1993 e condannato a 20 anni di carcere. Per fonti di stampa locale ed internazionale la cattura del potente boss del cartello di Sinaloa “farà guadagnare punti” all’amministrazione Nieto, in carica da due anni, impegnata in una “nuova guerra ai narcotraffici” rispetto alla politica attuata dal predecessore Felipe Calderon. Secondo alcune fonti giuridiche e diplomatiche, le autorità messicane potrebbero dare il via libera all’estradizione di Guzmán negli Stati Uniti.

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