Cucina Pensante

Ramadan, sei da…ttero buono

Per milioni di musulmani in tutto il mondo è iniziato il nono mese del calendario lunare dell’anno 1434. Un mese particolare, il Ramadan (con la N finale e non la M, come molti scrivono), che è il mese del digiuno: dall’alba al tramonto, ci si astiene dal bene e dal mangiare e dal praticare azioni considerate lecite, come avere rapporti con il proprio coniuge. È, tra i pilastri dell’islam, quello più seguito, anche tra le persone tradizionalmente non molto osservanti. Il digiuno, che comporta un impegno fisico non indifferente (visto che l’alba in questo periodo in Italia è intorno alle 03:00 del mattino e il tramonto dopo le 21:00), è richiesto solo alle persone che hanno superato l’età della pubertà e sono nelle condizioni di affrontarlo: sono astenuti da questa pratica i bambini, gli anziani, le donne incinta o in allattamento e durante i giorni del ciclo mensile, le persone affette da varie patologie (diabete, cardiopatie, ecc.) e chi non è nelle condizioni di affrontare tante ore senza bere e mangiare. Ma Ramadan non è solo questo: è considerato il mese della purificazione, della preghiera, del perdono. Non si tratta, quindi, solo di un digiuno fisico, ma anche spirituale: è un vero esercizio di umiltà, empatia, riflessione, condivisione, pacificazione.

Provate a immaginare, per farvi un’idea, quanto si apprezzi un semplice bicchiere d’acqua, dopo aver aspettato per circa 18 ore; solo allora si capisce davvero cosa provano le persone, soprattutto i bambini, che vivono in zone di carestia e muoiono di fame. La rinuncia al nutrimento è metaforica anche della rinuncia a quelli che sono i comportamenti scorretti, come la collera, il pettegolezzo, l’invidia, la brama di potere e di possedere. Un percorso che vede i credenti impegnati sia come singoli individui, che come comunità e crea diversi momenti di condivisione: le famiglie, gli amici, i vicini, si ritrovano al tramonto a consumare il pasto insieme e poi, insieme fanno le veglie notturne, per tutto il mese. La fine del percorso del Ramadan arriva con la celebrazione del Eid al Futur, ovvero la principale festività islamica. Prima di questa data, tutti i fedeli versano la zakat (otto euro a persona), una sorta di tassa che viene raccolta durante il mese e distribuita, prima che lo stesso finisca, tra le famiglie più povere e bisognose. Un gesto che ha un valore simbolico, per ricordare a tutti che si è figli di una grande famiglia, ma ha anche un valore sociale, che ricorda l’importanza della solidarietà e di una giustizia anche economica.

A tavola, durante il Ramadan, ci sono alimenti irrinunciabili: il primo tra tutti è il dattero, che è considerato il nutrimento migliore con cui interrompere il digiuno. Ne esistono diverse varietà e oggi sono facilmente reperibili in tutti i supermercati. La particolarità di questo frutto è che, oltre al gradevole sapore dolce, è anche molto nutriente e aiuta lo stomaco a riprendere la sua attività dopo ore di astinenza dal cibo, grazie alle sue proprietà energetiche, alla ricchezza di sali minerali e fibre.

Sulle tavole di Ramadan non manca mai lo yogurt, sia al cucchiaio, che da bere, così come non mancano varietà di insalata. Da Paese a Paese variano i menù proposti, ma, generalmente, ci opta per piatti della tradizione. Vi racconteremo nelle prossime puntate altre curiosità sulla cucina di Ramadan.

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