Ambiente

Pryntil ci consola per la scomparsa di Stefano

Una notizia buona e una cattiva. Un orso morto ammazzato in un parco naturale e una foca monaca, data quasi per scomparsa dalle coste italiane del Mediterraneo, che viene a far visita a Venezia.
La brutalità e l’ignoranza di uomini piccoli e ignavi da un lato, e il paradosso di un animale fantasma che beffa ricercatori e fotografi naturalistici che lo cercano in ogni dove, e spunta in un ambiente estremamente antropizzato.

Stefano era un orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) una sottospecie dell’orso bruno (Ursus arctos) endemica dell’Italia centro-meridionale. Era uno degli 80 conosciuti fin per nome, che risiedono nel Parco Nazionale d’Abruzzo. È stato attirato in una trappola da alcuni “banditi”, tramite una carcassa di cavallo e, poi, ammazzato a fucilate. Il motivo è difficile da capire, forse da ricercare nella più gretta ignoranza, uno sfregio alla ricchezza naturale che millenni di evoluzione hanno generato e che il nostro paese ancora conserva. Nulla di più.

Pryntyl è una foca monaca (Monachus monachus), un rarissimo pinnipede, sembra ne siano rimasti solo 500 esemplari in tutto il Mediterraneo. È timidissima, quasi un fantasma. Eppure negli ultimi giorni ha deciso di visitare la laguna di Venezia, tanto che gli avvistamenti si susseguono. L’ultimo risale al 7 luglio, in prossimità della spiaggia di Bibione, dove Pryntyl ha fatto l’occhiolino a un surfista della zona. Probabilmente si tratta di animali che si allontanano da un loro nucleo presente in Croazia, marcato strettamente da Grupa SredozemnaMedvijedica, un gruppo di studiosi croato, che assieme al nostrano Gruppo Foca Monaca studiano e tutelano quest’altra preziosa specie endemica del bacino mediterraneo.
Pryntil non lo sa, ma con la sua visita ci consola per la scomparsa di Stefano.

Condividi