Attualità

Ora basta con la violenza, inizia il Ramadan

Per qualche arabo cedere il proprio Paese ai fratelli mussulmani sarebbe come offrire, in Italia, le chiavi di Montecitorio a Comunione e Liberazione. Purtuttavia con l’inizio del Ramadan tira aria di riconciliazione.
Anche l’Egitto inquieto del dopo-Morsi, entra nel mese sacro di Ramadan che da noi si identifica, sbrigativamente, solo con il digiuno che viene osservato da subito prima del salat al subh (che apre il ciclo delle cinque preghiere) alla recita del salat al asr (la penultima della giornata). Ramadan è, certo,  ”anche” digiuno, ma il suo significato va ben oltre: significa per tutti (oltre un miliardo di persone nel mondo e milto più di milione in Italia)  ”bonta’ immensa”, in uno spirito di unità e fratellanza che può coincidere anche con un periodo, sebbene limitato, in cui le armi tacciono e si ricerca la pace.

In questo mese, oltre ad astenersi nelle ore del giorno dal mangiare, bere, fumare o compiere atti sessuali, ogni gesto dovrebbe esser improntato alla fratellanza, cosa non scontata come insegna la storia recente, ma anche quella antica in cui durante il mese sacro ci sono state guerre sanguinose scatenate o subite da musulmani non attenuate dalle parole del Profeta. Un esempio recente viene dalla guerra civile che ha dilaniato la Libia e che non è mai stata fermata durante il Ramadan, nonostante gli appelli a sospendere gli scontri. Anzi, quasi per ironia, i combattimenti in Libia sono stati violentissimi proprio nel mese di Ramadan, cosa che ha posto interrogativi sulla sua osservanza da parte di guerrieri pronti a tutto pur di vincere, magari calpestando una prescrizione religiosa sentitissima. Anzi, lo scorso anno, a regime ormai abbattuto, l’ultimo giorno del mese sacro fu salutato dallo scoppio quasi simultaneo a Tripoli di tre autobombe e, nel primo anno di guerra, l’inizio del Ramadan coincise con i feroci combattimenti per il controllo del porto di Brega mentre gli aerei della Nato martellavano le postazioni dei lealisti.

Sarà una coincidenza, ma nessuna delle tregue proposte nella storia recente in occasione del mese di Ramadan ha avuto successo, perché nei contendenti si e’ probabilmente instillato il sospetto che una interruzione degli scontri avrebbe dato agli avversari la possibilità di riarmarsi, tirare il fiato, tendere nuove trappole. Cosa che probabilmente non e’ lontana dalla realtà.

Quando poi i musulmani hanno fatto parte di uno degli schieramenti, anche multiconfessionale – come è accaduto nelle guerre dei Balcani – il Ramadan è stata solo una data sul calendario, non un’occasione per riflettere o mediare.

Lo stesso accadrà in Siria dove l’offerta dell’opposizione al regime di Damasco di una tregua per il Ramadan appare dettata più da esigenze legate all’evoluzione della situazione sul terreno che ad una motivazione realmente religiosa.

Medici e nutrizionisti lo ripetono ogni estate: “Bere molto e mangiare alimenti ricchi di acqua è l’unico modo per superare stanchezza o cali di pressione”. «Il problema è soprattutto che la gente beve poco e non si accorge di farlo», spiega la dottoressa Michela Barichella, responsabile della struttura di Dietetica e nutrizione clinica Icp di Milano.

Acqua di cocco e altri accorgimenti per superare Ramadan e caldo torrido

Ma c’è anche chi dice no al Ramadan in nome della laicità. Per esempio in Marocco. Guarda il video

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