Cucina Pensante

Meglio l’uva o l’orzo, il vino o la birra? Scegliete

Slow Food brinda a Pedavena. Per la festa dell’orzo che prende il via il 5 luglio a Feltre. “Orzo e birra tra salute e piacere”. Convegno di approfondimento domenica 7 luglio a Pedavena. Con Slow Food anche i Corsi Beer Master sulla degustazione sabato 6 luglio. Orzo centrale anche nelle ricette proposte dai ristoranti selezionati. E domenica la rievocazione storica con la consegna dell’orzo dagli agricoltori al mastro birraio.

Orzo e birra tra salute e piacere birraio
Si intitola ‘Birra&Orto’, il nuovo ricettario dedicato alla birra, che viene declinata in cinque menu ecocompatibili e nemici dello spreco. Il volume è curato da Assobirra che fa notare: “La birra che in 30 anni ha ridotto gli imballaggi (-50% di vetro e -40% di alluminio) e il consumo di acqua (-70%) per farla.
Infine alcuni consigli a proposito di orti e piante: tamponandole con un batuffolo di ovatta imbevuta di birra si ridona lucentezza alle foglie delle piante, l’aggiunta di lievito di birra all’acqua per annaffiare aiuta la formazione di nuovi boccioli sulle rose, la birra e’ un antiparassitario naturale e può diventare un fertilizzante naturale mescolandolo con ammoniaca e sale inglese.
Il luppolo è anche un rampicante alternativo, con l’avvertenza di ricordare che raggiunge gli otto metri d’altezza ed è la pianta che in assoluto cresce più in fretta sulla terra, fino a dieci centimetri al giorno.

“Guida tu la vita. O bevi o guidi”: è con questo slogan che, coinvolgendo sette piazze italiane, si vuol dire ”no” all’alcol quando ci si mette in auto. La nuova campagna di consumo responsabile è partita da Torino e termina, il 27 settembre, a Lecce.

Appuntamento a: piazza Corrubbio a Verona (5 luglio), piazza Kennedy a Rimini (13 luglio), piazza San Pantaleo a Roma (13 settembre), Lungomare Trieste a Salerno (20 settembre) e Porta Rudiae a Lecce.

Vino vegano, sempre più richiesto
Per chi ha scelto una dieta vegetariana anche il vino può provocare problemi, a causa di alcune sostanze di origine animale utilizzate sia in vigna che in cantina durante la produzione. Ecco che anche in Italia si sente parlare sempre più spesso di vini per vegani, realizzati escludendo totalmente la sofferenza degli animali. Le sostanze da evitare nella produzione dei vini adatti per vegani sono: l’albumina e la caseina del latte (entrambi però accettati dai vegetariani), le gelatine ottenute dalle ossa degli animali e dalla pelle del maiale, la colla di pesce, le albumine del siero sanguigno, i prodotti a base di chitina. A certificare che nel vino per vegani non ci sia traccia di sostanze animali saranno l’Associazione Vegetariana Italiana (Avi) e Valoritalia: ”In dieci anni i vegetariani sono triplicati, ora siamo il 10% della popolazione – dice Carmen Nicchi Somaschi, presidente dell’Avi – e da qui la scelta di creare un marchio ufficiale, che non sia frutto di autocertificazione come un tempo, per tutelare il mercato”. Per i vini vegani i chiarificanti vengono spesso sostituiti da bentonite e carbone vegetale mentre c’è anche chi ha fatto scelte ancora più radicali: ”Non facciamo nessuna concimazione – dice Claudio Menicocci, dell’omonima azienda Viterbese – usiamo solo lieviti autoctoni e l’unico trattamento che facciamo al vino è la filtrazione. Dopo aver venduto esclusivamente all’estero, da tre anni ci siamo concentrati sull’Italia, riscuotendo un buon successo. Bisogna riscoprire la biodiversità, il valore del vino non solo come piacere ma anche come nutrimento”.

Condividi