Cucina Pensante

Come restare dritti a tavola

Settecentomila italiani soffrono di artrite sia reumatoide che psoriasica nonché di spondilite anchilosante. Ma troppo pochi, stando alle indicazioni delle Linee Guida nazionali e internazionali, hanno accesso alle migliori cure possibili: appena cinquantamila pazienti, il 6% del totale, mentre ne avrebbero bisogno altri centomila. Per mancato impiego delle cure più adeguate esplodono i costi. Si stima una spesa indiretta di almeno 1,7 miliardi di euro all’anno, di cui 600 milioni per giorni di assenza dal lavoro e oltre un miliardo per conseguente perdita di produttività. Se le terapie più innovative con farmaci biologici fossero impiegate quanto serve si potrebbe risparmiare almeno un miliardo di euro l’anno in costi diretti e indiretti. Lo hanno denunciato gli esperti in occasione del convegno ”L’appropriatezza prescrittiva dei farmaci biologici quale strumento di risparmio per la collettività”. Nei pazienti trattati con biologici, a distanza di un anno dall’inizio della terapia, decresce la disabilità grave, le assenze dal lavoro diminuiscono di 10 ore a settimana, con un risparmio stimato intorno a 500 milioni di euro.

Curati mangiando bene
Una corretta dieta potrebbe aiutare a combattere e prevenire i dolori. Per prima cosa, raccomandano gli esperti, occorre controllare il peso corporeo perché i chili di troppo, oltre a gravare di un inutile fardello le articolazioni, possono alterare le risposte immunitarie favorendo i processi infiammatori.

È utile anche aumentare notevolmente il consumo di ortaggi e frutta che aiutano a tenere a bada l’appetito fornendo, allo stesso tempo, sostanze antiossidanti e antinfiammatorie. Non solo: frutta e verdura sono indispensabili per mantenere il giusto grado d’alcalinità nel sangue prevenendone l’acidificazione, che è uno dei fattori scatenanti dei sintomi reumatici.  Bisogna ridurre, fino all’eliminazione,  latte e latticini che favoriscono, al contrario degli ortaggi, l’acidificazione del sangue e affaticano i reni, interferendo con l’eliminazione di acido urico che tende ad accumularsi nelle articolazioni.
Notevole importanza ha inoltre la qualità dei grassi. Se, infatti, quelli di carne, uova, burro, strutto e formaggi grassi ricchi di acido arachidonico (omega 6), favoriscono i processi infiammatori delle articolazioni, un’azione opposta hanno gli acidi grassi eicosapentenoico (Epa) e decosaesaenoico (Dha), entrambi omega 3, capaci di ridurre la formazione di sostanze infiammatorie indesiderabili. Questi ultimi si trovano in particolare nel pesce azzurro. Semi e olio di lino spremuto a freddo contengono acido alfa linoleico, un altro acido grasso della serie omega 3. Per favorire la massima sintesi di queste sostanze antinfiammatorie è preferibile evitare il consumo di grassi idrogenati (presenti soprattutto nei cibi industriali) e limitare gli oli di semi molto ricchi di grassi insaturi, come quello di soia e di girasole, a favore di condimenti ricchi di acidi grassi monoinsaturi come l’olio extravergine d’oliva.

Istruzioni per l’uso

• Acqua
Diluisce la concentrazione di acido urico, favorisce l’eliminazione delle tossine e quindi sostiene il lavoro dei reni. Inoltre, ha un effetto alcalinizzante. Scegliete acqua con un pH inferiore a 6,5 e un residuo fisso, cioè il quantitativo di sali presenti, sotto i 40 mg, senza bollicine (l’anidride carbonica è acidificante!). Spesso quella dell’acquedotto corrisponde a questi requisiti.
• Ortaggi e frutta
Delle 5 porzioni al giorno raccomandate, preferite, secondo la stagione: cipolle, carciofi, carote, finocchi, catalogna, sedano, cavolo verza, fagiolini, lattuga, cicoria, mele, pere, uva, fragole, amarene, ribes, mirtilli, ananas, limone.
• Erbe aromatiche
Consigliata salvia, rosmarino, santoreggia, ginepro, timo, a cui potete aggiungere zenzero crudo grattugiato e aglio.

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