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Il dolce nel calcio sa di amaro: è il biscotto

Il termine ‘’biscotto’’ (dal latino medievale biscoctusbis=due volte e coctus, participio passato dicoquere=cuocere) nello sport assume il significato di combine o gara truccata.

Ma perché si dice biscotto?

Nell’ippica, per falsare le gare, venivano somministrate ai cavalli sostanze dopanti per alterarne le prestazioni, sia in positivo che in negativo, attraverso gallette o biscotti da far ingerire all’ignaro animale.

La parola biscotto (o biscottone), venne così riferita al risultato sportivo (e calcistico) frutto dell’accordo tacito tra due squadre, che ne traggono reciproco beneficio, a danno di una terza.

Facciamo un esempio, che ha riguardato l’Italia agli Europei di Calcio: Oporto, 22 giugno 2004, c’è Svezia-Danimarca (terza e ultima giornata del girone C).

Gli Azzurri, dopo i pareggi con danesi (0-0 con sputo di Totti a Poulsen) e svedesi (1-1 con gol di Ibrahimovic), devono battere la Bulgaria (finirà 2-1, rete di Cassano al 90’). Svezia e Danimarca hanno già vinto i rispettivi incontri con i bulgari. L’Italia – pur imbattuta – sarebbe fuori (se Svezia e Danimarca fanno 2 a 2), per la regola secondo la quale, in caso di parità di punti (5), decidono prima gli scontri diretti (parità assoluta tra le tre squadre), poi i gol segnati nei medesimi (col 2-2 entrambe supererebbero i nostri).

Sapete com’è andata a finire? Segna Tomasson per i danesi al 28’, pareggia su rigore Larsson al 47’. Poi Tomasson riporta in vantaggio i suoi al 66’. Mentre a Guimaraes l’Italia corona gli sforzi con il gol della vittoria, lo svedese Jonson all’89’ pareggia (ovviamente è 2-2) e si qualificano le squadre scandinave (ricordate il pianto di Cassano a fine gara?). Tranquilli, perderanno entrambe ai quarti!

Quell’Europeo del 2004 si giocò in Portogallo: vinse a sorpresa la Grecia, con un gol di Charisteas. I padroni di casa (con un giovane Cristiano Ronaldo) si mangiarono un sacco di gol. I Greci festeggiarono a champagne in patria, mentre il finale fu amaro per i portoghesi, che restarono a bocca asciutta. Il biscotto invece andò all’Italia.

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