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“Le Femen non hanno inventato nulla di nuovo”

101donneafricane7227_10201409890200095_1476655365_nScarcerate le tre attiviste arrestate in Tunisia per aver manifestato a seno scoperto davanti al tribunale di Tunisi in favore della liberazione di Amina Tyler (le foto di Repubblica). Lo ha annunciato il loro legale tunisino Souhaib Bahri. Le francesi Pauline Hillier e Marguerite Stern e la tedesca Josephine Markmann, erano state condannate in primo grado a quattro mesi e un giorno di carcere. Oggi nel processo di appello, hanno chiesto scusa, affermando che il loro era stato un gesto simbolico.

Amina Tyler è la giovane attivista tunisina diventata famosa per aver diffuso su internet sue foto in topless per difendere la libertà delle donne nel suo Paese.

La storia di Amina, la ragazza tunisina nuda su Facebook 

Amina, la Femen tunisina che rischia la lapidazione. Guarda il video

Ecco il commento su facebook di  Tahar Lamri

Amina non è la prima donna africana a esporre il corpo nudo in segno di protesta. Questa Africa masai mammaforma di protesta ha una lunga tradizione in Africa: basta pensare alla tradizionale setshwetla, donne e uomini nudi in segno di protesta contro l’apartheid in Sudafrica o le proteste di donne nigeriane contro le multinazionali nel delta del Niger, le quali nel 2008 tennero in ostaggio 700 impiegati della Chevron Texaco, con la minaccia di mettersi nude.

Per la tradizione africana, non è la seduzione o il sarcasmo che contano ma la vergogna che l’uomo deve provare nel vedere una donna 

mettersi a nudo in segno di protesta, come per dire “da qui proviene la vita e con la mia nudità è la tua che viene revocata”. Nella mia infanzia ad Algeri, mi ricordo la minaccia delle donne di mettersi a nudo o di strapparsi i vestiti “ngattaa hwaiji”. Era una minaccia seria che, se messa in pratica, poteva significare l’esecuzione simbolica dell’uomo. Le Femen non hanno inventato nulla di nuovo.

La risposta di Lidia Verdoliva

18Radhia NasrawiIl gesto simbolico delle Femen è frainteso e strumentalizzato dai media occidentali per sottolineare ancora una volta la componente oscurantista di una certa visione dell’Islam, se vogliono parlare della forza della donna tunisina perchè non scrivono di Radhiya al-Nasrawi, per esempio che è probabilmente la donna più coraggiosa di Tunisi.

Ndr: Radhia Nasrawi è un avvocato impegnata nella difesa dei diritti umani da molto tempo ed è la moglie del leader del partito comunista tunisino.

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